SCHEDA TECNICA DEL LIBRO
Rischio sismico
Andrea Barocci
- Anno: I edizione ottobre 2015
- Pagine: 200
- Edizione cartacea
- Formato: 17 X 24 cm
- ISBN: 88-8207-796-9
- Edizione ebook
- Formato: PDF (Info)
- ISBN: 88-8207-797-6
-
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DESCRIZIONE
Per quanto ciascuno abbia un’idea propria della parola “rischio”, credo che sul dizionario Treccani ve ne sia una definizione egregia: eventualità di subire un danno connessa a circostanze più o meno prevedibili. Nasce quindi una singolarità nell’aggiungere la parola “sismico”, dovuta al fatto che, ad oggi, nessuno è in grado di prevedere i terremoti ma (quasi) tutti sanno dove si verificheranno i prossimi. Considerando che l’uomo è ormai da millenni un animale stanziale, la definizione di rischio tende a spostarsi da eventualità a certezza.
Così inizia il primo capitolo del libro. Si parte da una certezza: l’Italia è sismica, in Italia ci sono stati terremoti e ancora ce ne saranno. Il concetto di “rischio sismico” appartiene dunque alla società ed è nostro dovere conoscerlo e imparare a gestirlo, da ogni singolo cittadino fino alla classe politica.
In particolare i tecnici vivono doppiamente questa realtà: prima come persone poi come professionisti che, con il proprio lavoro e le proprie scelte, si assumono responsabilità, interagiscono con le leggi, intervengono sul patrimonio edilizio, decidono per nuove costruzioni, agiscono nell’emergenza.
Ecco quindi come “maneggiare” questo volume: trovare durante la lettura spunti e riflessioni che possano far vedere in maniera diversa alcuni aspetti della vita professionale, senza alcuna pretesa scientifica.
Il filo logico segue una linea temporale. Partiamo da quando le credenze popolari e la religione sostituivano la sismologia, fino a quando quest’ultima è diventata scienza. Troviamo poi le componenti del rischio e la “scossa”, parlando di previsione, prevenzione e scelte, fino alla gestione dell’emergenza. Attraversiamo quindi la storia d’Italia tramite l’indissolubile legame tra i suoi terremoti e le leggi che li inseguono, con qualche nota anche da altre nazioni, per meglio comprendere i concetti attuali di sicurezza antisismica, come siano nati, la loro filosofia, la responsabilità ad essi legata. Infine affrontiamo la situazione del nostro patrimonio edilizio, infrastrutture, scuole, ospedali; quanto siamo sicuri? Cosa possiamo fare? Cosa dobbiamo fare?
Probabilmente questo testo è più adatto a sollecitare domande che non a dare risposte, ma solo con la conoscenza potremo affrontare un tema così delicato e, ancora per tanti aspetti, nuovo. La conoscenza del rischio genera coscienza, il resto viene da solo.
Così inizia il primo capitolo del libro. Si parte da una certezza: l’Italia è sismica, in Italia ci sono stati terremoti e ancora ce ne saranno. Il concetto di “rischio sismico” appartiene dunque alla società ed è nostro dovere conoscerlo e imparare a gestirlo, da ogni singolo cittadino fino alla classe politica.
In particolare i tecnici vivono doppiamente questa realtà: prima come persone poi come professionisti che, con il proprio lavoro e le proprie scelte, si assumono responsabilità, interagiscono con le leggi, intervengono sul patrimonio edilizio, decidono per nuove costruzioni, agiscono nell’emergenza.
Ecco quindi come “maneggiare” questo volume: trovare durante la lettura spunti e riflessioni che possano far vedere in maniera diversa alcuni aspetti della vita professionale, senza alcuna pretesa scientifica.
Il filo logico segue una linea temporale. Partiamo da quando le credenze popolari e la religione sostituivano la sismologia, fino a quando quest’ultima è diventata scienza. Troviamo poi le componenti del rischio e la “scossa”, parlando di previsione, prevenzione e scelte, fino alla gestione dell’emergenza. Attraversiamo quindi la storia d’Italia tramite l’indissolubile legame tra i suoi terremoti e le leggi che li inseguono, con qualche nota anche da altre nazioni, per meglio comprendere i concetti attuali di sicurezza antisismica, come siano nati, la loro filosofia, la responsabilità ad essi legata. Infine affrontiamo la situazione del nostro patrimonio edilizio, infrastrutture, scuole, ospedali; quanto siamo sicuri? Cosa possiamo fare? Cosa dobbiamo fare?
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