DESCRIZIONE
Il volume Repertorio delle dimore nobili e notabili nella Sicilia del XVIII secolo oggi viene proposto in una nuova veste editoriale in un cofanetto che accoglie non solo la ristampa ampliata del primo volume ma anche un secondo volume dedicato alle architetture estive dell’agro palermitano e alla vita quotidiana nel XVIII secolo. Edizione più maneggevole della prima che apre l’orizzonte su un secolo quanto mai interessante, manieroso ma innovativo.
È il caso del Settecento che in Sicilia ha lasciato pagine di grande pregio artistico e stilistico.
La pubblicazione di un libro, non sempre sta a significare la conclusione di una ricerca, soprattutto se il periodo storico indagato ha inciso profondamente sull’assetto urbano, sui costumi, sulla società.
La prosecuzione della ricerca ha consentito di ampliare le notizie già fornite sulla base di studi più recenti, Inoltre, l’interesse verso il patrimonio architettonico della città antica ha restituito talvolta colori originali di affreschi, ambienti assorbiti da botteghe non contemplate, pavimenti maiolicati ritornati all’originario splendore. È il caso di Palazzo Santa Croce Sant’Elia, di Palazzo Comitini. Il rammarico di non aver potuto inserire quanto pian piano si è andato rivelando nei lavori di restauro lascia intendere che Palermo, oggi come ieri è un grande cantiere in cui si cerca di rendere giustizia a quella stagione artistica registrata solo come vanità di nobili casate e che oggi va a costituire retaggio architettonico di indiscussa qualità artistica.
Alcune pagine dedicate nella precedente edizione a palazzi caduti in rovina sono state sacrificate per segnalare quanto ancora si preserva in altri, mentre una documentazione qualche volta tecnicamente imperfetta è stata volutamente lasciata in quanto unica testimonianza di un respiro sempre più flebile di una augusta dimora.
Una ricerca che vuole essere una sorta di museo “en plein air” dove grandi e piccoli centri dell’isola hanno contribuito a disegnare un secolo lontano nel tempo, ma che per certi versi influisce ancora su scelte, modi di essere e modi di vivere. Terra dalle contraddizioni profonde, ma dall’indiscusso fascino di una bella Signora del passato, la Sicilia se oggi si pone all’attenzione per la promozione e la conoscenza del vasto patrimonio di beni culturali lo si deve a una politica assessoriale oculata volta per un verso a salvaguardare retaggi del passato per troppo tempo obliati, per altro a promuovere iniziative editoriali altrimenti non fruibili.
RITA CEDRINI insegna Antropologia Culturale nella Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo e di Agrigento, nonché Antropologia degli artefatti nel Corso di laurea in Disegno Indu¬striale e Archeologia industriale nella Scuola di specializzazione in Scienza dell’alimentazione della Facoltà di Farmacia. Già direttore del Laboratorio Antropologico della Facoltà di Lettere e Filosofia, e Direttore del Laboratorio audiovisivi della Scuola Internazionale di Scienze Umane di Gibelli¬na, ha collaborato con numerose riviste quali “An¬tiquariato”, “Nuove Effemeridi”, “Ri¬vista mineraria Si¬ciliana”, “Ri¬vi¬sta delle dimore storiche italiane”. Particolare attenzione ha dedicato all’uso della fotografia e dell’immagine in movimento nella ricerca antropologica, realizzando anche numerosi filmati (oggetto di tesi di laurea del DAMS di Bologna) e pubblicazioni di settore. Da qualche anno ha rivolto i propri interessi all’an¬tropologia degli spazi abitativi, interessi esitati in pubblicazioni, seminari e mostre realizzate – in collaborazione con l’Associazione Di¬more Storiche Italiane, Sezione Sicilia – sia nell’isola sia sul territorio nazionale (Firenze, Padova, Roma). Ha organizzato esposizioni e tenuto conferenze a New York, Los Angeles, Parigi, Parnu, Zagabria, Marsiglia, Tuni¬si. Già Consulente del Commissario Straordinario del Comune di Palermo per le Attività Culturali, nonché del¬l’Arca Sicilia (Enel) per le borse di studio, dell’Asses¬so¬rato Regionale al Turismo per la BIT di Milano, dell’Enel per l’Archeologia Industriale, attualmente ricopre la carica di Presidente dell’International Institute for the Study of Man.
Insignita del Premio Nazionale “Universo Donna” per le Scienze Umane e del Premio Ialari per la saggistica, è autrice di oltre centotrenta saggi e numerosi volumi. Tra i più recenti: Immagine e Culture, Figure dell’uomo, Spazi abitativi e vita quotidiana nelle dimore siciliane del XVIII secolo, I segni del tempo, quest’ultimo in collaborazione con Giuseppe Cacioppo per l’Assessorato Regionale al Territorio e Ambiente. Inoltre: La Sicilia dei bagli e i paesaggi della storia, Antropologia, Ergonomia e Architettura, Beni Culturali di Sicilia con Carmelo Sebbio.
GIOVANNI TORTORICI MONTAPERTO è Componente del Consiglio Direttivo dell’Associazione Dimore Storiche Italiane nonché Presidente Onorario della Sezione Sicilia, che ha fondato e presieduto per venti anni. Laureato in Giurisprudenza, dopo avere esercitato per nove anni le funzioni di Magistrato Onorario, ha orientato i propri interessi verso imprenditorie che ha guidato in posizioni leader nel mercato. Nell’A.A. 1996/1997, in qualità di Professore a contratto presso la Cattedra di Antropologia culturale della Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo, ha tenuto conferenze e seminari per gli studenti del corso, collaborazione proseguita anche negli anni successivi. Con Rita Cedrini ha organizzato esposizioni sulle dimore storiche a Palermo, Siracusa, Roma, Firenze, Padova esitate in pubblicazioni quali: I palazzi palermitani del Settecento fra storia e memoria, Abitare il Settecento, Il Val di Noto e le sue nobili dimore, Le dimore estive dell’agro palermitano nella Sicilia del XVIII secolo. Ancora con Rita Cedrini ha firmato la rubrica I palazzi siciliani nel Sette¬cento e l’inserto allegato alla rivista “Insicilia”. Ha scritto vari articoli pubblicati su riviste con le quali collabora. Presidente della Commissione Araldica Siciliana, ha fatto parte del Comitato per gli studi sulla Sacra Sindone.